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09/04/2024

Un Paese di saltimbanchi

Un Paese di saltimbanchi 

Le sta provando tutte Matteo Salvini. Le sta provando proprio tutte per cercare di fermare la frana che da tempo lo vede in caduta libera. Il raduno dell'ultra-destra europea di Roma si è rivelato un flop. Tutti i destrorsi europei a partire da Marine Le Pen, hanno dato forfait. E anche dentro la Lega erano pochi i parlamentari disposti a trattenersi anche il sabato a Roma per la fiera paesana programmata. Infatti erano assenti non i governatori di Lombardia, Veneto e Friuli, Fontana, Zaia e Fedriga. E neppure il presidente della Camera Lorenzo Fontana. Alla fiera paesana dovevano essere presenti un fascista Portoghese, un Fiammingo, un austriaco, ed un Tedesco. L’obiettivo del leader leghista nostrano era quello di mettere a fuoco i temi della campagna elettorale per le europee, a partire dall’opposizione alle

follie estremiste green che mettono in ginocchio aziende lavoratori e famiglie”, oltre che alle “scelte europee che spalancano le porta all’immigrazione clandestina”.

(Se in Italia esiste un'immigrazione clandestina, questa è quella dei leghisti che hanno invaso l'Italia discendendo dagli alberi sui quali vivevano anche dopo l'inizio dell'evoluzione umana).

Un'iniziativa che ha faticato a scaldare gli animi, tant'è che, non a caso, Salvini aveva convocato un consiglio federale della Lega: per spronare i suoi a dare una mano per la riuscita dell’evento, evento al quale dovevano partecipare i ministri leghisti.

L’isolamento di Salvini anche a livello internazionale ormai è evidente”, ruggisce l’eurodeputato Toni Da Re, da poco espulso.

Ancora più duro l’ex ministro leghista Roberto Castelli:

L’unica speranza per la Lega è che vada via Salvini, la leadership deve cambiare assolutamente: ormai la sua parabola è finita e dovrebbe farsi da parte, altrimenti la Lega è morta. Salvini -prosegue Castelli- sta seguendo esattamente la parabola di Renzi: dopo un momento di grande innamoramento, oggi è aspramente criticato e lui non sa che pesci pigliare, sbatte di qua e di là cercando disperatamente un argomento che possa farlo tornare in auge, ma non lo trova, anche perché la gente ormai ha perso fiducia in lui”.

Anche il governatore lombardo Fontana ammette che

c’è qualche malumore nel partito. Ma sono convinto che con la realizzazione dei congressi tutto si possa tutto risolvere”.

Salvini, con questa sua caduta libera, non provoca nemmeno un minimo di solidariertà tanta è la distanza che lo separa dalla normale condizione umana. E pensare che all'inizio della sua “carriera” politica Umberto Bossi, invece di mettergli la mordacchia, lo aveva nominato “responsabile dei giovani comunisti padani”. Dopo aver perduto questo importante incarico i giovani comunisti padani ancora soffrono per essere rimasti orfani. Se non è un Paese di saltimbanchi … questo! Roba da morir dal ridere.