Business
Cosi si chiamano, nella miagolante lingua degli
americani, gli affari, anche quegli sporchi. Uno di
questi è l'inarrestabile corsa agli armamenti che
invece di finanziare il disastrato sistema della sanità la
lotta alla fame e della tutela dell’ambiente alimentano i
conflitti in Ucraina e del Medio oriente, e l’Italia fa la
sua spregevole parte.
L’industria degli armamenti è l’unico settore a non
essere in crisi. Con i conflitti in corso si sono svuotati
gli arsenali cosi da continuare a produrre nuovi armi a
ritmi forsennati. Dalla caduta del Muro ad oggi almeno
49 conflitti mondiali hanno alimentato l’economia
bellica.La guerra è sempre una buona scusa per
nuove commesse militari, Le spese per gli armamenti
sono molto superiori a quelle per l’istruzione,
l’ambiente e la salute. E, per essere da meno, anche
le banche fanno la loro parte, garantendo e
alimentando la crescita dei titoli azionari. Nel 2023, ci
informa un prestigioso Istituto svedese di ricerche
sulla pace, le spese militari nel mondo hanno
raggiunto i 2.240 miliardi di dollari. Di questi, 380
vengono spesi nei Paesi dell’Unione europea. I costi
bellici sono aumentati del 50 per cento negli ultimi 20
anni nei Paesi Nato, La corsa agli armamenti è l’altra
faccia del liberismo selvaggio: liberismo tanto caro
agli Americani ed ai loro famigli sparsi in tutto il
mondo. L'America non è sola: anche L’Europa non è
immune da questa spirale bellica, con le sue forniture
siamo a oltre 500 mila vittime tra militari e civili. Finora
l’Occidente ci mette le armi e Ucraina e Russia ci
mettono i morti. Ma il presidente francese Macron
prevede già l’entrata sul fronte ucraino di militari della
Nato, e l’Italia (grazie al governo di destra-destra), è
allineata ai Paesi più bellicosi. L’Italia è anche
accusata di esportare armi anche nello Yemen, in
violazione della nostra Carta Costituzionale , che vieta
la risoluzione delle controversie internazionali
attraverso i conflitti. Le previsioni di bilancio del nostro
ministero della Difesa nel 2024 indicano una spesa di
29 miliardi di euro, con una crescita di quasi un
miliardo e mezzo dal 2023.
Nessuno si appropria della logica di Erasmo da
Rotterdam, secondo cui “è sempre meglio una pace
ingiusta che una guerra giusta”.
Cosi si chiamano, nella miagolante lingua degli
americani, gli affari, anche quegli sporchi. Uno di
questi è l'inarrestabile corsa agli armamenti che
invece di finanziare il disastrato sistema della sanità la
lotta alla fame e della tutela dell’ambiente alimentano i
conflitti in Ucraina e del Medio oriente, e l’Italia fa la
sua spregevole parte.
L’industria degli armamenti è l’unico settore a non
essere in crisi. Con i conflitti in corso si sono svuotati
gli arsenali cosi da continuare a produrre nuovi armi a
ritmi forsennati. Dalla caduta del Muro ad oggi almeno
49 conflitti mondiali hanno alimentato l’economia
bellica.La guerra è sempre una buona scusa per
nuove commesse militari, Le spese per gli armamenti
sono molto superiori a quelle per l’istruzione,
l’ambiente e la salute. E, per essere da meno, anche
le banche fanno la loro parte, garantendo e
alimentando la crescita dei titoli azionari. Nel 2023, ci
informa un prestigioso Istituto svedese di ricerche
sulla pace, le spese militari nel mondo hanno
raggiunto i 2.240 miliardi di dollari. Di questi, 380
vengono spesi nei Paesi dell’Unione europea. I costi
bellici sono aumentati del 50 per cento negli ultimi 20
anni nei Paesi Nato, La corsa agli armamenti è l’altra
faccia del liberismo selvaggio: liberismo tanto caro
agli Americani ed ai loro famigli sparsi in tutto il
mondo. L'America non è sola: anche L’Europa non è
immune da questa spirale bellica, con le sue forniture
siamo a oltre 500 mila vittime tra militari e civili. Finora
l’Occidente ci mette le armi e Ucraina e Russia ci
mettono i morti. Ma il presidente francese Macron
prevede già l’entrata sul fronte ucraino di militari della
Nato, e l’Italia (grazie al governo di destra-destra), è
allineata ai Paesi più bellicosi. L’Italia è anche
accusata di esportare armi anche nello Yemen, in
violazione della nostra Carta Costituzionale , che vieta
la risoluzione delle controversie internazionali
attraverso i conflitti. Le previsioni di bilancio del nostro
ministero della Difesa nel 2024 indicano una spesa di
29 miliardi di euro, con una crescita di quasi un
miliardo e mezzo dal 2023.
Nessuno si appropria della logica di Erasmo da
Rotterdam, secondo cui “è sempre meglio una pace
ingiusta che una guerra giusta”.