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02/07/2024

Business

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Cosi si chiamano, nella miagolante lingua degli
americani, gli affari, anche quegli sporchi. Uno di
questi è l'inarrestabile corsa agli armamenti che
invece di finanziare il disastrato sistema della sanità la
lotta alla fame e della tutela dell’ambiente alimentano i
conflitti in Ucraina e del Medio oriente, e l’Italia fa la
sua spregevole parte.
L’industria degli armamenti è l’unico settore a non
essere in crisi. Con i conflitti in corso si sono svuotati
gli arsenali cosi da continuare a produrre nuovi armi a
ritmi forsennati. Dalla caduta del Muro ad oggi almeno
49 conflitti mondiali hanno alimentato l’economia
bellica.La guerra è sempre una buona scusa per
nuove commesse militari, Le spese per gli armamenti
sono molto superiori a quelle per l’istruzione,
l’ambiente e la salute. E, per essere da meno, anche
le banche fanno la loro parte, garantendo e
alimentando la crescita dei titoli azionari. Nel 2023, ci
informa un prestigioso Istituto svedese di ricerche
sulla pace, le spese militari nel mondo hanno
raggiunto i 2.240 miliardi di dollari. Di questi, 380
vengono spesi nei Paesi dell’Unione europea. I costi
bellici sono aumentati del 50 per cento negli ultimi 20
anni nei Paesi Nato, La corsa agli armamenti è l’altra
faccia del liberismo selvaggio: liberismo tanto caro
agli Americani ed ai loro famigli sparsi in tutto il
mondo. L'America non è sola: anche L’Europa non è
immune da questa spirale bellica, con le sue forniture
siamo a oltre 500 mila vittime tra militari e civili. Finora
l’Occidente ci mette le armi e Ucraina e Russia ci
mettono i morti. Ma il presidente francese Macron
prevede già l’entrata sul fronte ucraino di militari della
Nato, e l’Italia (grazie al governo di destra-destra), è
allineata ai Paesi più bellicosi. L’Italia è anche
accusata di esportare armi anche nello Yemen, in
violazione della nostra Carta Costituzionale , che vieta
la risoluzione delle controversie internazionali
attraverso i conflitti. Le previsioni di bilancio del nostro
ministero della Difesa nel 2024 indicano una spesa di
29 miliardi di euro, con una crescita di quasi un
miliardo e mezzo dal 2023.
Nessuno si appropria della logica di Erasmo da
Rotterdam, secondo cui “è sempre meglio una pace
ingiusta che una guerra giusta”.