Giorgia, la Nordafricana
Stabilito che essere Nordafricani non è assolutamente un insulto, occorre anche chiarire il significato delle visite in Tunisia, in Libia, in Algeria, in Egitto, della Meloni insieme con Ursula von der Layen. Per sfruttare la sigla Ue, ha dato in pasto all’opinione pubblica la faccenda dei migranti. Ma l'Italia non ha più il suo storico “mare nostrum; lo ha perso nel 2011 con la scomparsa di Gheddafi. Atteggiarsi a nordafricana, oggi non serve perché la vicenda emigranti interessa davvero poco l'Unione Europea. E.fa un po' ridere, dopo tutti i governi succedutisi e tutti incentrati verso il centronord dell’Europa, la sua scoperta filo africana.. La Meloni, col suo governo, cerca di imitare Berlusconi per ricontattare il Mediterraneo e l’Africa. Ma l’Africa, anche senza la Meloni non ne ha bisogno: si sta già industrializzando perché ha alti tassi demografici, perché i Cinesi costruiscono autostrade, ferrovie e strutture industriali. Il “mal d’Africa” meloniano, che è al centro dell’attenzione, fa a pugni con il famigerato ponte sullo stretto in quanto 'il ponte' persegue obiettivi molto diversi. Ponte antistorico e con funzioni militari utili per le basi americane in Sicilia. Strano comportamento della Meloni: avanza a tentoni, sfrutta ogni occasione, come il “bacio” di Biden, le telefonate segrete con Trump, secondo la ricostruzione fatta da ”il Foglio” per ritagliarsi un ruolo di grande attrice o, piuttosto, di comparsa, della politica internazionale, ma tutto ciò è del tutto inutile: non è né l'una, né l'altra!.