La solita sbrodolata
La
solita sbrodolata
Ci
risiamo col rito che si ripete ogni anno il dieci febbraio. Ogni anno
con rinnovato vittimismo tutta la stampa, notiziari televisivi,
convegni e quant'altro fanno a gara per dimostrarsi uno più
anticomunista dell'altro. Si tratta della giornata della memoria
delle foibe. Nella commemorazione di questi fatti compiuti dai
partigiani di Tito contro la popolazione italiana e fascista che
abitava le zone di confine, si dimentica - soprattutto si finge di
non sapere - il contesto nel quale i fatti sono avvenuti! Nella
vicenda delle vittime delle foibe non si fa alcun cenno a tutte le
atrocità, efferatezze e brutalità commesse dai 'bravi' soldati
italiani ai danni degli Sloveni e dei Croati. Non si fa accenno alle
minacce dei criminali fascisti in camicia nera contro tutti coloro
che osavano parlare nella loro lingua (sloveno e croato), anziché in
italiano. I bravi soldati italiani, come dimostrano molte indagini
storiche afferenti a quegli anni, riuscirono a farsi odiare
persino dai nazisti tedeschi, il che è molto significativo del
grado di disumanità raggiunto dai "bravi soldati italiani"
che occupavano quelle terre insieme con i tedeschi. Se persino i
tedeschi, come si è saputo, si fecero portatori presso il comando
delle truppe italiane per raccomandare una minore ferocia verso le
popolazioni civili, quale potrebbe essere stato - a guerra finita –
il comportamento dei partigiani di Tito verso gli italiani? L’invito
del generale comandante le truppe italiane era di “ …uccidere e
stuprare senza pietà perché, qui, si uccide troppo poco …”
(sic) non è la causa principale della giusta reazione degli sloveni
e croati contro di noi? E
allora perché stupirsi, indignarsi e inventare la "giornata del
ricordo" e cercare di far credere di essere stati delle vittime
anziché dei carnefici? A
guerra finita è successo quel che doveva succedere: la resa dei
conti! Soltanto i furbastri in malafede potevano aspettarsi che gli
slavi si fossero fatti promotori di festeggiamenti con fanfare
ed omaggi verso gli italiani, i loro torturatori. La
nostrana propaganda patriottarda tende ad evidenziare che i comunisti
di Tito hanno ingiustamente punito gli italiani in quanto tali,
i cattolici, i non comunisti, ed i preti per pura malvagità! Alcuni
tra i nostrani ed interessati benpensanti potrebbero obiettare che le
atrocità commesse erano opera dei fascisti e dei soldati italiani,
non già del popolo italiano perché gli italiani erano incolpevoli
e succubi del regime fascista. Pertanto
se conseguenza doveva esserci, questa non andava rivolta contro le
"innocenti" popolazioni istriane e dalmate di lingua
italiana. Ma
si dimentica ch il regime fascista godeva di un largo consenso
popolare in quelle zone, un consenso di massa che coinvolgeva intere
popolazioni di quelle terre colpevoli dell'appoggio al regime
fascista. Se
i partigiani titini non hanno fatto molte distinzioni tra fascisti
e popolazione italiana abitante in quelle terre, non avevano qualche
ragione? E’
ovvio - ed è appena il caso di precisarlo - che nessuno può
giustificare le efferatezze compiute dall’una o dall’altra parte,
i delitti restano delitti, quali che sia la loro origine, ma i
contesti in cui avvengono li rendono assai diversi, e di questo
occorre tenerne conto. Constatando
quale criminale trattamento i fascisti riservavano alle popolazioni
locali perché tanta indignazione e vittimismo sulle foibe? Ed
ora, oltre alla giornata delle foibe, perché non dovrebbe essere
istituita anche “la giornata della liberazione dai patriottardi
nostrani” che ancora infestano l'Italia? In questa annosa sbrodolata occorre assegnare al demente festival di Sanremo il merito di sottrarre alcuni milioni di telespettatori alla visione della stantia programmazione televisiva sul "giorno del ricordo"