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10/02/2024

La solita sbrodolata

 
La solita sbrodolata


Ci risiamo col rito che si ripete ogni anno il dieci febbraio. Ogni anno con rinnovato vittimismo tutta la stampa, notiziari televisivi, convegni e quant'altro fanno a gara per dimostrarsi uno più anticomunista dell'altro. Si tratta della giornata della memoria delle foibe. Nella commemorazione di questi fatti compiuti dai partigiani di Tito contro la popolazione italiana e fascista che abitava le zone di confine, si dimentica - soprattutto si finge di non sapere - il contesto nel quale i fatti sono avvenuti! Nella vicenda delle vittime delle foibe non si fa alcun cenno a tutte le atrocità, efferatezze e brutalità commesse dai 'bravi' soldati italiani ai danni degli Sloveni e dei Croati. Non si fa accenno alle minacce dei criminali fascisti in camicia nera contro tutti coloro che osavano parlare nella loro lingua (sloveno e croato), anziché in italiano. I bravi soldati italiani, come dimostrano molte indagini storiche afferenti a quegli anni, riuscirono a farsi odiare persino dai nazisti tedeschi, il che è molto significativo del grado di disumanità raggiunto dai "bravi soldati italiani" che occupavano quelle terre insieme con i tedeschi. Se persino i tedeschi, come si è saputo, si fecero portatori presso il comando delle truppe italiane per raccomandare una minore ferocia verso le popolazioni civili, quale potrebbe essere stato - a guerra finita – il comportamento dei partigiani di Tito verso gli italiani? L’invito del generale comandante le truppe italiane era di “ …uccidere e stuprare senza pietà perché, qui, si uccide troppo poco …” (sic) non è la causa principale della giusta reazione degli sloveni e croati contro di noi? E allora perché stupirsi, indignarsi e inventare la "giornata del ricordo" e cercare di far credere di essere stati delle vittime anziché dei carnefici? A guerra finita è successo quel che doveva succedere: la resa dei conti! Soltanto i furbastri in malafede potevano aspettarsi che gli slavi si fossero fatti promotori di festeggiamenti con fanfare ed omaggi verso gli italiani, i loro torturatori. La nostrana propaganda patriottarda tende ad evidenziare che i comunisti di Tito hanno ingiustamente punito gli italiani in quanto tali, i cattolici, i non comunisti, ed i preti per pura malvagità! Alcuni tra i nostrani ed interessati benpensanti potrebbero obiettare che le atrocità commesse erano opera dei fascisti e dei soldati italiani, non già del popolo italiano perché gli italiani erano incolpevoli e succubi del regime fascista. Pertanto se conseguenza doveva esserci, questa non andava rivolta contro le "innocenti" popolazioni istriane e dalmate di lingua italiana. Ma si dimentica ch il regime fascista godeva di un largo consenso popolare in quelle zone, un consenso di massa che coinvolgeva intere popolazioni di quelle terre colpevoli dell'appoggio al regime fascista. Se i partigiani titini non hanno fatto molte distinzioni tra fascisti e popolazione italiana abitante in quelle terre, non avevano qualche ragione? E’ ovvio - ed è appena il caso di precisarlo - che nessuno può giustificare le efferatezze compiute dall’una o dall’altra parte, i delitti restano delitti, quali che sia la loro origine, ma i contesti in cui avvengono li rendono assai diversi, e di questo occorre tenerne conto. Constatando quale criminale trattamento i fascisti riservavano alle popolazioni locali perché tanta indignazione e vittimismo sulle foibe? Ed ora, oltre alla giornata delle foibe, perché non dovrebbe essere istituita anche “la giornata della liberazione dai patriottardi nostrani” che ancora infestano l'Italia? In questa annosa sbrodolata occorre assegnare al demente festival di Sanremo il merito di sottrarre alcuni milioni di telespettatori alla visione della stantia programmazione televisiva sul "giorno del ricordo"